BASKET GRISSIN BON «AGUILAR MI PIACE MOLTO, PUÒ ESSERE UNO DA CUI RIPARTIRE. PER JOHNSON-ODOM IL DISCORSO È ANALOGO NE RAGIONEREMO CON IL NUOVO ALLENATORE» «Il coach? Entro metà giugno» Frosini «Cerchiamo un profilo in grado di gestire gruppi con molti stranieri» ¦ ¦ «Cervi è sempre stato un mio pallino. Ma ci ha dato poca continuità» ALESSANDRO FROSIE 'Probabile partenza con 6 italiani e 6 stranieri' Gabriele Gallo STEFANO LANDI lo ha scelto come punto fermo della prossima Pallacanestro Reggiana: «Alessandro Frosini ha un contratto che intendiamo onorare. E' persona estremamente seria, fatto raro nello sport». Frosini, che effetto le hanno fatto le dichiarazioni di Lan-di? «Tantissimo piacere. Sono parole che mi hanno riempito di stimoli e motivazioni per il futuro». Buona parte del popolo bian-corosso invece voleva la sua testa. Ha mai temuto che la sua esperienza reggiana fosse al capolinea? «Mi sono sentito in discussione, è ovvio. La stagione è stata molto negativa. Ma ho evitato di farmi condizionare o influenzare dai commenti sui social network o dei tifosi al palasport. Non ho mai nascosto di avere commesso degli errori. Hanno inciso anche gli infortuni; non è un alibi, ma un dato di fatto». Lo sbaglio più grande che sente di aver commesso? L'acquisto di Griffin? Troppa fretta nel lasciare andare via Ledo? «Del grave errore di valutazione su Griffin ho già detto a suo tempo. Con Ledo c'è stata una rottura molto grossa con i nostri tifosi dopo la sconfìtta casalinga con Pistoia. Il ragazzo mostrava segni di insofferenza, voleva tornare a tutti i costi negli Usa durante la pausa natalizia. Se vogliamo per un motivo anche logico, una importante cerimonia in ricordo del padre deceduto. Ma in quella situazione di classifica, come società abbiamo deciso di continuare a lavorare e non concedere ferie. Lui è voluto partire, questo ha chiuso ogni canale». La cosa mialiore che sente di aver realizzato per la squadra? «Essere riuscito a creare, nel finale di stagione, un gruppo che ha giocato con la mentalità da Pallacanestro Reggiana. Unito, coeso, combattente, che ha ottenuto l'obiettivo». Perché Pillastrini non è stato confermato? «Va ringraziato tantissimo perché ha raccolto una squadra a pezzi a livello emotivo, ha fatto i conti con altre gravi problematiche, eppure ha rasserenato gli animi e col suo metodo di lavoro ci ha salvato. Tuttavia tutta la dirigenza ha condiviso che, per la squadra che abbiamo in mente c'è bisogno di un profilo diverso. Un coach navigato che abbia maggiore esperienza sulla gestione di gruppi con molti stranieri. Entro metà giugno vorremmo annunciarlo». Quindi l'anno prossimo si partirà da subito con 6 italiani e 6 stranieri? «E' un ipotesi molto concreta». E per realizzarla c'è Frank Vi-tucci in pole position come coach? «Non confermo e non smentisco. Seguiamo vari allenatori, che stiamo monitorando con attenzione». Venendo alla squadra: gli italiani sotto contratto saranno confermati? «Decideremo col nuovo allenatore chiaramente. Mi sbilancio su Vigori, di cui sono un grandissimo estimatore. Cercheremo di trovargli un'adeguata sistemazione in A2, in prestito, per farlo crescere». E suj capitano, Riccardo Cervi? E in scadenza di contratto... «Nevdiscuteremo col nuovo coach. È stato sempre un mio pallino. Speravo potesse fare molto meglio nella sua carriera. Ha dovuto convivere con problematiche fisiche, è vero; l'anno scorso per lui è stata durissima e non si è mai del tutto ripreso dall'ultimo infortunio. Da un capitano, da un reggiano, mi aspettavo però una presenza mentale maggiore in aiuto al gruppo. Gli va riconosciuto che a Pistoia è stato un fattore dominante, nel momento decisivo, per quella fondamentale vittoria. Ma ci ha dato pochissima continuità». Johnson-Odom e Aguilar vorrebbero restare. Lei che dice? «Con Aguilar c'è un'opzione bilaterale, a me piace molto e certamente può essere uno da cui ripartire. Ho caldeggiato tantissimo l'arrivo di Johnson-Odom e quindi il discorso è analogo. Naturalmente anche in questo caso ragioneremo col nuovo allenatore». Nello staff si vuole inserire uno scout per scandagliare meglio il mercato straniero. Si sente scavalcato? «Per nulla. In Pallacanestro Reggiana non mi limito alla scelta dei giocatori, c'è tanto lavoro oscuro. Quindi avere qualcuno che aiuta nel selezionare megl