Tre società eccellenti promosse nella stessa stagione in serie A: insieme fanno 6 scudetti e 5 coppe europee Fortitudo, Roma e ora anche Treviso n basket ritrova chi ha fatto la storia LA STORIA MIRCO MELLONI La poesia in movimento di Toni Kukoc, il dna vincente di Dejan Bodiroga, i derby di Bologna firmati da Carlton Myers. La prima certezza della nuova serie A è legata all'impatto storico di chi torna a frequentarla. Con la promozione della De' Longhi Treviso (dopo Fortitudo Bologna e Virtus Roma), capace di vincere 3-0 la finale dei playoff di A2 contro Capo d'Orlando, il campionato italiano ritrova città e realtà che hanno accumulato 8 scudetti e 5 trionfi europei, e tutte hanno conosciuto l'ebbrezza della finale per il titolo europeo. Due anni dopo la Virtus Bologna, l'allargamento della A da 16 a 18 club ha favorito il ritorno della nobiltà al vertice, un cammino in cui continua però a mancare Siena, vittima del secondo crac in cinque anni. Destini in comune Un filo invisibile ha unito i destini di Treviso e Fortitudo, dall'ascesa nei primi anni '90 al confronto diretto in 5 finali-scudetto in 10 stagioni fino all'uscita dal basket d'elite dopo l'addio del mecenate Benetton. Diverso fu però il distacco dalla A: senza retrocessioni né debiti per Treviso ma con il disimpegno della famiglia Benetton nel 2012, con mille traversie invece per la Fortitudo che nel post-Seragnoli conobbe con Gilberto Sacrati prima la discesa in Lega2 nel 2009 e poi il fallimento. In entrambi i casi la ripartenza è stata dal basso - Treviso addirittura dalla Promozione - e la risalita è arrivata attraverso l'idea del consorzio di imprese, e con un ulteriore punto in comune legato al fattore campo. L'entusiasmo del Palaver-de per la A2 non è stato inferiore agli ultimi anni della Treviso dell'Eurolega, in cui le figure di riferimento erano, tra gli altri, Ettore Messina, Riccardo Pittis, Massimo Bul-leri e Andrea Bargnani. A Bologna il pubblico non ha mai abbandonato la Forti- tudo, con il sogno di rivivere il derby: missione compiuta nel 2017, quando però entrambe le realtà di Basket City erano in A2. Ora la singola partita più attesa del basket italiano torna dopo un decennio sul palcoscenico più adeguato. Le incognite della Capitale Il caso di Roma è stato particolare, visto che nel 2015 - soltanto due anni dopo l'ultima finale scudetto - la Virtus optò per l'autoretrocessione denunciando l'indifferenza della Capitale per un club che veniva da 35 stagioni consecutive in Al, con stranieri come il già citato Bodiroga, Larry Wright, Anthony Parker, Dino Radja e Michael Cooper. La risalita è arrivata con lo stesso patron della discesa, Claudio Toti, toccato in questi mesi dall'ondata giudiziaria attorno al nuovo stadio della Roma (Toti ha ricevuto l'interdittiva di sei mesi). Il club è senza sponsor: per ora le certezze sono coach Piero Bucchi, l'eroe della promozione Henry Sims e il Pala-Eur, un altro teatro storico che mancav