Basket serie A Basket Ecco coach Pancotto «lo, in punta di piedi nella storia di Cantù» CAVAGNA ALLE PAGINE 60-61 Cesare Pancotto nuovo allenatore del la Pallacanestro Cantù «Entro nella storia di Cantù Ma lo faccio in punta di piedi» Il coach. «La cosa che più mi è piaciuta è che mi sono sentito scelto Energia, passione, amore: voglio giocatori che trasmettano qualcosa» FABIO CAVAGNA CARI MATE «UnsalutoaCantù,dove mi onorerò di vivere questa stagione». Sipresentacosì, con estremo garbo, Cesare Pancotto, l'allenatore che lAcqua San Bernardo ha chiamato a sé (contratto 1+1) perporloalla guida tecnica della squadra che laprossima stagione dovrà innanzitutto pensare a salvarsi. «Aver capito immediatamente l'obiettivo della società -che moralmente riguardatornare a essere la squadra di Cantù per Cantù e di rispettare ivalori della canturinità -, rappresenta una grossa motivazione - così ilcoach marchigiano nella conferenzain-dettanell'aziendaPaparelli aCari-mate -. Perché ritengo che lo sport non dipenda da dove provieni ma da quanto cuore, quanta ambizione e quantapassione hai di volerlo fare. E su questo aspetto abbiamo giàcominciato alavorare. Valori, innanzitutto, perché questo non èil tempo dellepromessebensìdel lavoro. Il tempo di assumersi delle responsabilità E allorala sfida che mi è stata proposta ha proprio questo senso». «Difficoltà si, ma pure opportunità» «Non ho guardato alle difficoltà che pure so ci sono, ci saranno e che già abbiamo condiviso con loro - ^puntualizzazione -, quanto piuttosto alle opportunità. Perché credo che unapersona che inizia un viaggio debba guardare all'opportunità. E lapositivitàdeve essere un punto di riferimento costante perché si può affrontare la vita in tanti modi ma io preferisco farlo nelmondo più positivoepro-positivo possibile». Ha allenato praticamente ovunque, ma la Pallacanestro Cantù restapur sempre la Pallacanestro Cantù... «Entro in punta di piedi nella storia di Cantù, di questa società, di questa città e lo faccio con grande orgoglio e determinazione. Delsenso di appartenen-zavoglio essere contagiato daiti-fosiperché poi devo riuscire a trasmettere questo sentimento ai giocatori che dovrò allenare. E allora spero die questo contagio av-venganei tempi piùbrevipossibi-le. Quanto alle tante tappe della mia carriera non ce n'è una che valga più di altre. Le tappe sono una sorta di cicatrici del corpo. Rappresentano dei segni indelebili che ti porti dietro. Insomma questo percorso nonha un punto di riferimento preciso». «Pescheremo in A2» Intanto è il momento di pensare acome allestire ilprossimo roster. «Cercheremo di pescare dall'A2. Quandohaavutoronore di allenare Cremona abbiamo speso molto sui giocatori di A2, quali Mian e Gaspardo, prendendone anche dalla B. Prima, però, voglio capire cosa questo o quel giocatore mi sa trasmettere. Ad esempio, tra ieri e oggi abbiamo fatto un paio di telefonate ad altrettanti giocatori: ebbene, unacièpiaciutamoltissi-ma perché ci ha trasmesso energia, passione e amore, l'altraè par-saunpo' più asettica Allaluce del nostro progetto, la direzione che prenderemo sarà la prima, non certo la seconda. Intanto confermo che procederemo con la formula del "6+6" (6 italiani più sei stranieri, ndr)». Si parte pressoché da capo. «Non è l'anno zero. Stiamo cercando di andare sugli italiani perché pensiamo che il mercato degli italiani sia un po' più asfittico di quello che poi cercheremo tra gli stranieri. Potremo avere uno o due stranieri chepartiranno dalla panchinaper dare forza e valore al discorso degli italiani, però tutto questo è ancora in divenire. Stiamo cercando di riempire le caselle. Il manager (Della Fiori, ndr) che è molto bravo almeno a mio parere personale, sta creando una ragnatela dove poi speriamo di catturare. Cosa ci spinge? Due obiettivi: desiderio e necessità. Desiderio di prendere giocatori bravi, necessità delbudget ristretto. Ma non ci vogliamo far mancare niente». Ma c'è anche qualche altra linea-guida « Con il campionato a 18 squadre, avremo 4 partite in più, ci sarannoparecchie turni infrasettimanali, nelle prime due settimane avremo subito 4 partite, a marzo e aprile ne conteremo 12. Anche questa considerazione ci sta indirizzando nelle scelte dei giocatori». Un'ultima confessione. «Laco-sa che mi è piaciuta è che mi sono sentito scelto e questaè una motivazione giàdiperse grandissima La percezione è che si vogliano f are le cose con serietà. Noi allenatori siamo come gli sprinter delle staffette. Raccogliamo un testi-moneper poi sapere che dovremo cederlo. Cantù ha questa necessità: non rinnegare il testimone che ha ricevuto, ma vuole correreper lasciarlo a qualcuno di ancor più importante». ^ *^ 4 I I.Cesare Pancotto, 64 anni, 1.064 panchine tra serie A e serie A2, ha firmato con la Pallacanestro Cantù un contratto per una stagione con opzione sulla successiva Nativo delle Marche, nella sua lunga carriera ha allenato praticamente ovunque foto bjtti * ; I numeri di Pancotto 47 Le panchine nelle coppe europee, conoltre il 57%di vittorie 34 I campionati disputati tra serie A (21)eserieA2(12) 34 È il 34°allenatore nella storia della Pallacanestro Cantù 7 Iplayoff disputati in serie A, con 5 squadre diverse 6 Le Final Eightdi Coppa Italia raggiunte,con 5 team diversi 5 Le promozioni conquistate, di cui 3 dalla A2 alla A 5 Le volte in cui è stato eletto miglior allenatore dell'anno, di cui 2 in serie A Da sx, Marson, Paparelli, Pan