Della Fiori: «Punto a giocatori di cuore Questa Cantù dovrà avere passione» Basket serie A. Il general managerdellaSan Bernardofa il puntosul mercato e guarda oltre «Abbiamo ingaggiato già due rookie e al massimo saranno tre. Per gli esterni un po' di pazienza» FABIO CAVAGNA CANTÙ «Cerchiamo di costruire una squadra che abbiapassione. E che questa passione la possa trasmettere. Siamo qui per dare un'opportunità a gente che non è magari sotto i riflettori e per questo ci aspettiamo una squadra che abbia cuore. Chiaro che ci stiamo assumendo dei rischi perché non possiamo permetterci di andare sul sicuro ma sono rischi che ci prendiamo con la consapevolezza di offrire una grande chance per mettersi in mostra». Daniele Della Fiori, general manager dell'Acqua San Bernardo, fa un po' il punto della situazione in casa Pallacanestro Cantù all'indomani di aver completato il pacchetto italiani, di aver ingaggiato i primi tre stranieri e di aver annerito tutte le caselle del settore lunghi. Il pacchetto lunghi e gli italiani Palliamo proprio dai lunghi. «Abbiamo cercato di mettere un giocatore verticale come Hayes che possa proteggere il ferro, abbinandogli un compagno un po' più perimetrale che comunque abbia buona presenza a rimbalzo oltre a un minimo d'esperienza come Wilson - spiega -. Partirà da dietro uno come Simioni dalle caratteristiche diverse da Hayes che può colpire da oltre l'arco e al contempo offrire un buon contributo dentro l'area. E dalla panchina uscirà anche Burnett, il jolly del reparto: un lungo particolare perché può palleggiare, sa passar bene la palla ed è in grado di fare più cose. Insomma, ci è cercato di mixare un po' le caratteristiche di tutti, muovendoci all'interno del range che il budget a disposizione ovviamente ci consentiva». Altro capitolo chiuso, quello degli italiani. «Si è provato aprendere il meglio che fosse alla nostra portata, considerando sia i costi da sostenere sia le motivazioni di ciascuno di loro. Giocatori comunque già protagonisti inA2». E ora sotto con i tre esterni stranieri che ancora mancano all'appello. «Sicuramente questi tre saranno importanti in un contesto di squadra come il nostro -confessa il gm -.Di rookie ne abbiamo già ingaggiati due e potremmo anche fermarci qui, pur se non è detto. Ritengo, tuttavia, che oltre a un massimo di tre rookie non si vada. Chiaro che ci piacerebbe avere qualcuno che qualche esperienza in Italial'abbia già maturata, ma chi ha fatto bene nel nostro campionato non è facile da portare a casa per noi. Per cui monitoriamo a 360 gradi un po' tutti i mercati». Come state operando? «Ubud-get rimasto non lo divideremo in tre parti uguali altrimenti sarebbe tutto troppo schematico. Dobbiamo invece darci un ventaglio di possibilità, avendobene in mente fasce di prezzo che possono vallare. Nel senso che se trovi davvero l'occasione che ti fa ritenere che ne valga la pena per uno dal costo un po' più alto, allora ti regoli di conseguenza per gli altri». Tempistiche? «Premesso che la fretta è sempre cattiva consigliera e che non abbiamo alcuna fretta di chiudere tutto e subito, sarebbebuona cosa averli firmati tutti entro la data del raduno (il 12 agosto, ndr). Anche se poi, materialmente, non potremo averli già tutti a disposizione perché ad esempio Wilson i primi dieci giorni li salterà essendo via con la Nazionale portoghese». «Vedo bene Simmons» In generale, che sta dicendo il mercato? «Che ci sono un paio di squadre (Milano e Bologna, ndr) con un budget decisamente più alto delle altre e che hanno ingaggiato alcuni giocatori che sembra di essere tornati indietro ai tempi d'oro della serie A». C'è un nome, di quelli ancora poco conosciuti al grande pubblico, tra i nuovi arrivati in serie A che reputa molto interessante? «Jeremy Simmons che ha preso Varese ed era in A2 a Montegranaro con Pancotto secondo me può far bene anche al piano di sopra. Non è uno spettacolare né da grandi bottini, però è molto consistente in difesa ed è