BASKET » M NUOVA STAGIONE Sul pullman della Dinamo viaggiano sogni di vittoria L'autista Emanuele Nughedu racconta la casa mobile del club biancoblù di Mario Carta » SASSARI Nuova stagione, nuova Dinamo e nuovo pullman sociale. Ieri il "Giorno uno" del ritiro precampionato per i bianco-blu, che avviano ad Aritzo la decima stagione consecutiva nella serie A di basket. Ieri il primo viaggio sul nuovo Irizar Scania, dica 33 posti comodi comodi, perché speciali. Mica i sedili dell'Arst che dopo dieci secondi cerchi già un'impossibile posizione migliore, ma rivestiti in pelle e più grandi, a misura di cestista. Signori tutti a bordo, si parte. Non che un pullman sia vitale come per le società del Nord Italia, che sulle ruote vivono tre quarti e passa della stagione. Da Milano a Bologna e da Cantù a Varese non lo prendi, l'aereo. Però è utile anche per un'isolana, avere una base mobile. E sarà utilissima in questo precampionato on the road, su e giù per l'isola da Sassari a Nuoro, da Padru a Oristano, da Cagliari a Olbia. E' stato calcolato che la Dinamomobile percorrerà circa 2500 chilometri, tanto per cominciare. Al timone della squadra coach Gianmarco Pozzec-co, al volante del pullman biancoblù Emanuele Nughedu, uomo Dinamo a tutto campo. La domenica è lui a condire le partite al PalaSerradimi-gni con le sue scelte musicali, è lui lo scopritore di "Faccia di trudda" e "CarrajorudiRused-du". Ed è lui ogni voltal'ultimo a salire a bordo del pullman sociale e social dopo aver controllato portelloni e quant'al-tro prima di mettersi alla guida per condurre la Dinamo fino a un palazzetto, un aeroporto, fi- no a un ' altra vittoria. Ha già cominciato a impratichirsi, ma rispetto a quello appena mandato in pensione cambia poco. Lunghezza quasi 13 metri, display sul retro di ogni sedile per le esigenze di giocatori, staff e dirigenti, a bordo non c'è il salottino-riu-nioni come in altri allestimenti «ma è tutto un salottino _ racconta Emanuele Nughedu ed è comodo, oltre che funzionale». Nughedu negli anni si è alternato nel ruolo di chape-ron con Ico Ribichesu, speaker ufficiale della società, altro prezioso uomo Dinamo. Quest'anno tocca di nuovo al dee-jay-pilota. Il pullman seive anche per accogliere le squadre avversarie, una cortesia che viene ricambiata specialmente quando si viaggia in Europa. «I giocatori di basket sono persone civili, educate. In Eu-rolega ho portato il Cska Mosca, gli israeliani del Maccabi -racconta Nughedu -. Quando la Dinamo va dal loro ti mandano il loro pullman e qui si ricambia. Sono davvero rarissime le volte che mi è capitato di avere a che fare con qualche cafone, diciamo che non c'è mai stato un problema, mai il minimo inconveniente». Anno dopo anno e stagione dopo stagione. Come si schiera la Dinamo sul suo ...campo con le ruote? «Di solito i dirigenti e lo staff stanno davanti e i giocatori dietro - spiega l'autista -. Le distanze non sono impossibili, il più delle volte saliamo sul pulmann per andare in aeroporto, che sia Olbia o Alghero, e loro dopo il primo viaggio hanno già deciso tutto, una volta scelto un posto i giocatori non lo mollano più per tutto il resto della stagione. An- che per questioni di scaramanzia, suppongo». Poi, ciascuno ha il suo rituale, le sue cuffie per la musica, il suo libro o le chiacchiere con il vicino di posto. «Sono viaggi tranquilli- prosegue Emanuele -, come in una gita scolastica ma senza il minimo casino. Contrariamente a quanto accade al PalaSerradimigni non metto io la musica per tutti, perché ciascuno ha la sua preferita. Devo solo informarmi sul fatto che la temperatura all'interno vada bene a tutti, e si parte. Poi, c'è chi dorme e chi si rilassa con un libro, chi mette tutto nel portellone, a partire dalle sacche, e chi invece si porta su lo zainetto. Sono viaggi normali. Si chiacchiera, anche, talvolta si scherza. Soprattutto dopo una vittoria». Il viaggio più bello sul Dinamopullman Emanuele Nughedu lo ha fatto al rientro da Olbia, al rienuo dalla vittoria scudetto a Reggio Emilia, il 27 giugno del 2015. «Indimenticabile, conferma - la squadra era euforica, rientravamo dall'aeroporto con la Coppa a bordo, nessuno riusciva a staccarsi, chi se la coccolava sul sedile, chi la abbracciava sull'alno, fra selfie e cori. C'era un bel po' di casino. Con la nostra scritta siamo inconfondibili e ormai il marchio Dinamo è conosciuto in tutta l'isola, ed evidentemente è anche apprezzato. Quando viaggiamo non è raro che ci facciano i fari per salutare, in tanti strombazzano col clacson e io quando posso ricambio. Ma quella volta, il giorno dello scudetto, si era addirittura formato un corteo che ci scortava, un corteo di auto in festa. E per due volte ci hanno letteralmente abbor- gio meno lieto, invece? «Dopo no. I viaggi più brutti sono dati costringendoci a fermarci l'eliminazione in Supercoppa quelli sulla nostra "131", in e a scendere per far festa con a Torino, una delle rare volte condizioni pietose. Più buche loro, prima all'altezza di Ber- che abbiamo passato il mare che asfalto...» chidda e poi a Ozieri». Il viag- con il nostro pullman. Anzi, Il nuovo pullman della Dinamo, fra poco verrà colorato di bianco Emanuele N ughedu al posto di guida l giocatori della Dinamo al lavoro nel ritiro di Aritzo Una volta scelto il loro posto i giocatori non lo cambiano più