BASKET CARPEGNA PROSCIUTTO «AL MARE MI SCOTTO, NEL TEMPO LIBERO GIRO PER CONOSCERE IL TERRITORIO: LA VOSTRA PASSIONE MI HA GIÀ' CONQUISTATO» «Ci uniranno le nostre ambizioni» Perego «Mettere insieme tanti mondi diversi è una sfida, ma con il rispetto ci si riesce» ¦ Pesaro Perego, cosa fa a Ferragosto? «Allenamento con Eboua e Drell la mattina, poi vedrò». Ma al mare non ci va mai? «Mi scotto, devo mettere la protezione 50 - ride -. Nel tempo libero che ho, poco, preferisco girare per conoscere il territorio». Di solito ali allenatori hanno moglie al seguito che si adatta alla vita girovaga del marito: la sua? «Elisa mi ha seguito in Germania perché ha trovato un lavoro consono al suo investimento negli studi ed è rimasta là per quello. Ma la nostra è stata una scelta condivisa, non avendo figli per il momento. Ha già comunque prenotato dei voli per venirmi a trovare, per fortuna la pallacanestro le piace molto, è stata ufficiale di campo in serie A ed Eurolega». Com'è stato l'impatto con Pesaro, uguale a quello che raccontano? «Direi di sì. Il primo colpo d'occhio era già stato forte. Poi tutta questa gente che partecipa alle presentazioni quando potrebbe andare a fare un tuffo al mare, anziché venire a rinfrescarsi con l'aria condizionata, racconta l'enorme interesse che c'è qui». La riconoscono già per strada? «Sì, ieri all'Iper un papà col suo bambino mi hanno salutato, sono rimasto sorpreso, forse perché avevo ancora addosso la polo d'ordinanza». Che tipo di rapporto ritiene sia giusto avere con i giocatori? «Non faccio l'amico. Ma nel momento in cui c'è rispetto dei ruoli, e questo sta all'intelligenza delle persone, avere un rapporto umano è naturale, anche perché si pas- ARREMBANTE Federico Perego e la voglia matta di fare grande Pesaro sa più tempo coi giocatori che con la propria famiglia. Certo, non andrò mai in discoteca con loro, anche perché non mi piacciono le discoteche». Drell ha detto che è venuto qui perchè c'era Perego. «Henri ha percepito sempre la mia fiducia nel suo talento e che non ho mai avuto paura nel mettere in campo i ragazzi. Oltre che il lavoro tecnico fatto su di lui ha portato molto frutto». Eboua che tipo è invece? «Un ragazzo molto serio, non parla molto ma sa essere spiritoso. Ha una grande volontà ed è un grandissimo lavoratore». Come si mettono insieme questi mondi, gente cresciuta in Africa o in Estonia? «La pallacanestro è il nostro linguaggio universale. Inoltre siamo un gruppo di persone molto ambiziose con obiettivi da perseguire nella propria carriera e questo pò- tra essere un motivo d'unione». Che stile imposta durante un ritiro? «In realtà è una novità per me, avendo passato solo una settimana a Trento per un torneo estivo con il Bamberg. Stare tutto il giorno insieme presuppone trovare degli equilibri, ma sarà uno stimolo per raccontarci chi siamo e da quali esperienze veniamo. Qualche sera magari proporrò di guardare un