La parabola di Tessitori Da Cantù alla Nazionale grazie ai canestri rossoblu Basket II centro ex Edilnol nel gruppo azzurro che disputerà i Mondiali in Cina. Minessi: «Se lo merita, è una soddisfazione anche per noi» PERSONAGGIO GIAMPIERO CANNEDDU BIELLA Nell'estate del 2016 era un giocatore scivolato in fondo alla panchina di Cantù, che a Michele Carrea disse: «Sono a pezzi». Tre anni dopo Amedeo Tessitori è su un aereo che lo porterà in Cina, convocato nell'Italia che disputerà i Mondiali insieme agli Nba Belinelli e Gallinari e ai predestinati Gentile e Datome. E forse non sarebbe successo, senza le due stagioni a Biella che lo hanno riportato sotto i riflettori in cui era già finito da giovane, con il marchio del talento che doveva solo esplodere. «Forse era successo tutto troppo in fretta: la serie A a Sassari, Caserta, Cantù», ricorda Nicola Minessi, che era il team manager delle due squadre con Tessitori in rossoblu. E poi, con una metafora, spiega come può un giocatore riprendere il bandolo della matassa quando sembrava averlo smarrito: «Era come se avesse letto un libro senza capirci molto. A Biella lo ha ricominciato da capo ed è stato bravo, il secondo anno, a scegliere di restare qui e continuare a leggerlo con pazienza, anche se aveva già avuto offerte importanti». «Al Forum, in città e con i tifosi che gli hanno voluto sempre bene ha riconquistato la fiducia in se stesso, quello di cui aveva bisogno», aggiunge Marco Sambugaro, che lo aveva portato a Biella al termine di una lunga trattativa, di cui svela i retroscena. «Il primo a parlare con lui era stato Carrea, che conosceva dai tempi della Virtus Siena - racconta l'ex general manager, ora a Pistoia -. Era un giocatore frustrato dall'esperienza a Cantù, dove era finito ai margini della squadra. Quando il coach me lo ha detto ho subito cercato di portarlo a Biella. Era quello di cui aveva bisogno, un ambiente in cui ha potuto giocare tanto, con il permesso di sbagliare senza finire in panchina al primo errore». C'è chi storce il naso davanti a un centro che, dopo tre stagioni in A2 (l'ultima chiusasi con la promozione a Treviso), se la vedrà con le su-perstar che calcano i parquet di Nba ed Eurolega, già incrociate nel torneo dell'Acropoli dell'ultimo weekend. Ma Sambugaro e Minessi difendono la scelta di coach Meo Sacchetti. «Io dico che se l'è meritato. Nelle ultime annate è migliorato tanto», dice Sambugaro. E Mi-nessi: «È la seconda estate che passa in azzurro dopo tre stagioni in cui è sempre cresciuto. E p