BASKET. INTERVISTA AL PATRON DI SASSARI Sardara: club uniti, la Lega cresce «Serie A come una buona azienda. Dinamo, forti e fiduciosi» La Supercoppa è dietro l'angolo e poi sarà già campionato. Alla partenza della nuova stagione Stefano Sardara fa il punto sulla sua Dinamo, sulla serie A di basket e sui nuovi equilibri della Lega. «Sarà un campionato più ricco rispetto al passato - ha detto il presidente - perchè ci sono tutte le piazze storiche e tanti nuovi talenti. La Lega? Sta lavorando bene». ¦ SINIAPAGINA31 BASKET » LA NUOVA STAGIONE Il presidente Egidio Bianchi ha fatto un ottimo lavoro e va supportato Siamo tutti esigenti, ma al la fine bisogna trovare una sintesi La presentazione del nuovo roster della Dinamo in piazza Santa Caterina a Sassari. In alto, a destra, il presidente biancoblù Stefano Sardara Egidio Bianchi (Legabasket) Sardara: «Una Lega unita serve a tutto il movimento» La presentazione della serie A ha dato il via agli interrogativi sul futuro Il patron della Dinamo: «Niente spaccature tra i club, l'obiettivo è crescere» di Andrea Sini » SASSARI «L'unione fa la forza, a prescin- dere dalle differenti posizioni, che vanno semmai sfruttate per crescere facendo una sintesi». A una settimana dal via del campionato di serie A, presentato ufficialmente mercoledì, si torna a parlare del ruolo della Lega e dei rapporti tra le singole società e con la Fip. Il presidente della Dinamo, Stefano Sardara, assente durante l'incontro di Castel San Pietro, parla apertamente di unità e di progetto comune per la pallacanestro italiana. Presidente Sardara, la sua assenza è stata interpretata da alcuni come il segnale di una spaccatura interna alla Lega Basket. È così? «No, affatto. Non c'è nessuna spaccatura. La Lega deve funzionale come un'azienda che produce e punta a valorizzare il prodotto basket, e negli ultimi tre anni sono state fatte tante buone cose. Questo anche perché le diversità e le peculiarità di ogni singola società sono state messe a disposizione per l'obiettivo comune». Periodicamente però si parla di divergenze interne. «Ci mancherebbe, la dialettica è fondamentale per crescere tutti insieme. È evidente che ogni club ha le sue esigenze e le sue idee, e ogni club è strutturato in maniera differente. Nel calcio, per fare un esempio, la Juventus non è uguale al Cagliari, al Milan o all'Atalanta. Ma all'interno della Lega, che non è una riunione di condominio, l'obiettivo finale diventa unico, ed è sempre la valorizzazione del prodotto basket. E il voto del club più piccolo vale quanto quello della società col budget più alto. Noi presidenti siamo tutti esigenti e pretenziosi, ma rispetto a un certo oscurantismo che si respirava qualche anno fa, posso dire che viviamo davvero una sorta di rinascita». In cosa è cresciuta la Lega? «Innanzitutto il campionato di serie A è sempre più interessante. Per quanto riguarda la fruibilità degli eventi su ipad e smartphone di tutte le partite abbiamo fatto un passo che ha anticipato addirittura il calcio. Il prodotto è buono ma può essere reso ancora più fruibile. Avere una programmazione tv è molto importante, vedremo come andrà il nuovo bando». Il presidente Egidio Bianchi ha ancora la fiducia dei club? «Certamente. Si è trovato a gestire una transizione non semplice e ha fatto un lavoro duro ogni giorno. Bianchi è il nostro presidente, con lui c'è dialogo e va supportato, ogni tanto girano voci poco aderenti alla realtà, ma la verità è che sin qui ha fatto un ottimo lavoro». In passato si era parlato di una possibile presidenza "a turno" e sembra che lei gradisse l'ipotesi. Un terreno praticabile o una semplice boutade? «Questa era una vecchia idea portata da Brugnaro (patron della Reyer Venezia, ndr), sulla quale abbiamo discusso a lungo. Proli (ex presidente di Milano, ndr) aveva in mente un "commissioner" in stile Nba. Secondo me è fattibile ma aggiungo che su base annuale non ha molto senso. Chi guida la Lega deve farlo con il supporto di tutti ma deve farlo a tempo pieno e a 360 gladi, e ci metto dentro ad esempio anche i rapporti con la Fiba. È chiaro che nessun presidente di club può assumere un impegno così gravoso». A proposito di rapporti esterni, come va con la Fip? «In questo momento i rapporti sono ottimi. Abbiamo tanti progetti comuni sul tavolo, diciamo che per il 70-80% gli obiettivi della Lega coincidono con quelli della Fip, perché pensiamo al bene del nostro basket. Il presidente Gian-li Campionato è in ascesa e ha recuperato un certo appeal Il prodotto è buono e può essere reso ancora più fruibile anche grazie alla tv ni Petrucci era presente l'altro giorno e sarà presente all'assemblea in programma a ottobre». Sta per partire un nuovo campionato e, se da un lato sono tornate le grandi piazze e il mercato ha portato diversi top player, dall'altro la serie A sarà zoppa, con 17 squadre al via. Non è un controsenso? «Il campionato si è sicuramente amcchito con la presenza di piazze storiche e con giocatori importanti. Milano, tanto per dire, non solo ha preso giocatori incredibili, ma anche e soprattutto una figura come Ettore Messina. Noi stessi siamo stati in grado di portare a Sassari McLean, imo che in vita sua ha giocato praticamente solo con squadre di Eurolega, il La Dinamo è un cantiere aperto ma c'è già un grande clima Intesa e chimica arriveranno col tempo AllaSupercoppadi Bari diremo la nostra che significa che anche agli occhi dei giocatori la serie A sta riguadagnando appeal». C'è però il rovescio della medaglia, legato alla sostenibilità dei club. «Tornare a 16 squadre è una priorità espressa dal presidente Petrucci, ma io aggiungo anche che non è solo una questione di 14,16, o 18 squadre: è importante implementare un sistema di controllo rigoroso che inneschi un circuito virtuoso di gestione. Per essere più chiaro: meglio un anno con le squadre dispari piuttosto che un campionato falsato. E quello che è successo con Torino la dice lunga. La visibilità della Lega e la sua crescita passano soprattutto attraverso la credibilità delle società». Poi ci sarebbe anche il basket giocato... «Si parte da Bari, con la Su-percoppa e poi comincerà ima stagione lunga e impegnativa. La Dinamo chiaramente è ancora un cantiere aperto, ma vedo già un bellissimo clima e un ottimo gruppo, grazie soprattutto alla base confermata dalla scorsa stagione. Sappiamo che ci sono grandi aspettative