Carica Peak: «Vincere sempre» basket Presentato l'americano della Openjobmetis L.J. Peak vuole imparare dai veterani dell'OJM per provare a seguire le orme dei suoi predecessori Okoye e Scrubb. L'ala piccola statunitense, unico Under 25 di un gruppo di giocatori già rodati, è stato presentato ieri presso la sede del main sponsor biancoros-so a Gallarate. «Se saprà ripetere costantemente la brillante prova dell'ultima partita a Varese (22 punti con 8/11 al tiro, ndr) disputeremo una grande stagione» ha commentato nell'occasione il presidente Marco Vittorelli ricordando come solo un mese dopo la sua esibizione a Masnago con Pistoia il club biancorosso lo ha messo sotto contratto come primo giocatore ingaggiato durante la campagna acquisti. «Volevamo un accordo lungo, ma il suo agente americano ci ha imposto un annuale» racconta il general manager Andrea Conti che crede molto nei margini di crescita del 23enne cestista americano. «Ricordo bene il valore di Scrubb, ma non sento la pressione nel doverlo sostituire: sono venuto a Varese per giocare al massimo la mia pallacanestro - spiega il giocatore dell'OJM -. L'aspetto più importante in questo sistema di gioco è fa- L.J. Peak con il dirigente Mario Oioli, il presidente Marco Vittorelli e il g.m. Andrea Conti (mobnìz) re la scelta giusta della cosa da fare: le letture sono fondamentali per trovare il ritmo del nostro attacco, sto cercando di ambientarmi in fretta in questo aspetto». Di sicuro per un giovane - e per di più americano -l'impatto con Attilio Ca-ja è il primo scoglio da superare: «È un allenatore molto esigente e ha molte richieste durante l'allenamento: risulta fondamentale capire subito quello che vuole, perché sullo sviluppo del gioco ne ha altre complementari. Dunque è importante essere sempre concentrati al 100 per cento per seguire i suoi dettami». Peak non si pone particolari obiettivi personali, ma si concentra sui risultati di squadra non ponendosi limiti: «Non ho aspettative personali particolari, la cosa principale per me è cercare di vincere il maggior numero possibile di partite. Più riusciremo a vincerne e meglio faremo, magari addirittura provando a vincere il campionato (ma il sorriso fa capire che si tratta di uno scherzo più che di una boutade, ndr). Finora il ritmo di ami- chevoli, ritiri ed allenamenti hanno impedito all'ala biancorossa di conoscere la città di Varese, dove però ha ritrovato un vecchio amico: Ja-son Clark è infatti un prodotto di Georgetown University come Peak, e pur non avendo mai giocato insieme (la guardia si è laureata nel 2012 e Peak ha iniziato l'università nel 2015, ndr) i due nuovi stranieri bian-corossi si conoscevano già. «A Varese ini trovo bene, ma non ho avuto ancora molto tempo per conoscere la città, perché allenamenti e partite ci hanno lasciato ben poco B tempo. Clark lo conoscevo già perché dopo la laurea tornava spesso a Georgetown per allenarsi durante l'estate». Infine Peak confida nel supporto dei compagni più esperti per ambientarsi più in fretta nel sistema OJM: «Ogni veterano può sempre essere d'aiuto ad un giovane, si può imparare qualcosa dall'esperienza di chi ha giocato in Italia e sono sicuro ch