DINAMO. PARLA CASALONE «ConPozzecco c'è sintonia e grande stima» ¦ SINIAPAGINA40 «All'ombra di Pozzecco si lavora alla grande» Edoardo Casalone a Trento ha preso il timone dopo l'espulsione del coach «L'assistente deve essere in piena sintonia con il capo allenatore, tra noi è così» di Andrea Sini » SASSARI «Per mettere Jerrells in campo nell'ultimo minuto non ci vuole certo un genio della panchina. Poi a volte serve anche un po' di fortuna». Edoardo Casalone, l'assistente che ha guidato la Dinamo nell'ultimo quarto della gara di Trento, dopo l'espulsione di coach Gianmarco Pozzecco, non vuole sentire parlare di meriti personali per quegli 8'23" trascorsi a guidare la squadra dalla panchina. Coach Casalone, cosa le ha detto Pozzecco a fine partita? «Mi ha abbracciato e mi ha detto: bravo, hai fatto le stesse scelte che avrei fatto io. In quel momento mi sono tolto un peso». In che senso? «Prendere in mano le redini della squadra dopo l'espulsione del capo allenatore ti mette di fronte a una grande responsabilità di fronte alla società, ai gio- catori e allo stesso coach. Questa è una sensazione che sovrasta di gran lunga l'emozione per essere al timone di una squadra». Ma quando ha dovuto fare un cambio ha pensato "cosa farebbe il Poz? " o ha fatto di testa sua? «Il punto è proprio questo: trascorriamo talmente tanto tempo insieme che nel nostro staff alla fine sulle scelte siamo tutti allineati. Ho pensato con la mia testa, sapendo di essere in sintonia con il pensiero di Gianmarco. Ma, al di là della gioia per la vittoria, solo quando lui mi ha detto quelle parole mi sono sentito davvero tranquillo». Però mettere in campo nei momenti chiave un Jerrells opaco non era così scontato. «Vabbè, diciamo che si tratta di un giocatore che è fatto apposta per giocare quei momenti e questo noi dello staff lo sappiamo bene. Poi ci vuole anche un po' di culo, eh. Perché se avesse sbagliato o se avesse perso palla oggi magari sarei considerato un cretino». Nella lavagnetta, durante quell'ultimo timeout, cosa aveva disegnato? «Non ho disegnato il gioco dell'anno... L'idea era di rientrare in campo con 4 piccoli e di tirare comunque a ridosso della sirena. Ho parlato con Curtis e mi ha detto con decisione che voleva vincere la partita. Gli ho creduto». E gli altri? «Tutti conoscono 0 valore di Jerrells e il suo killer instinct. Però la verità è che in quegli ultimi minuti sono stati bravi anche gli altri: Bilan con un rimbalzo offensivo, Vitali con i tre tiri liberi e la tripla, Spissu con la sua bomba, McLean con alcune giocate». Com'è vivere e lavorare all'ombra di un personaggio pirotecnico come Pozzecco. «Innanzitutto è qualcosa di molto particolare: mi è capitato due volte di avere come capo al- lenatore un ex grande giocatore, con Esposito e con lui, ed è molto interessante vedere, al di là delle rispettive idee sulla pallacanestro, come vedano le cose da un'angolazione diversa rispetto ad altri allenatori». E poi? «Lavorare con Gianmarco viene quasi naturale perché lui è una persona che ti mette a tuo agio. È una persona super che ha grande rispetto di coloro che lavorano con lui. Certo, è anche divertente andare in giro e vedere quanto la gente gli voglia bene. Ma al di là della dimensione mediatica del suo personaggio, sono davvero felice che stiano venendo fuori anche all'esterno le sue grandi dori come allenatore: 0 riconoscimento della federazione, con la nomina a et della nazionale sperimentale va in questo senso». Non discutete mai? «Assolutamente sì, e questo riguarda sia me che Gerry Gerosa e Matteo Boccolini, perché Gian-marco coinvolge tutti e ascolta tutti. La cosa chiara è che, dopo una discussione, si deve andare fuori con un'idea chiara che va perseguita con determinazione da tutti. L'altro elemento fondamentale è il fatto che tra noi c'è completa fiducia nelle competenze altrui». L'avvio di stagione della Dinamo è stato straordinario. Su cosa c'è da lavorare ora? «Cinque vittorie in 5 gare ufficiali sono una bella spinta, per iniziare. Al di là dei dettagli a livello offensivo e difensivo, sui quali si contìnua a lavorare per tutto l'anno, ci sarà da migliorare dal punto di vista della conoscenza tra i giocatori. L'anno scorso c'è stata una cosa che ha fatto la differenza, ovvero il fatto che ogni giocatore avesse chiari i punti di forza propri e dei compagni. Da questo punto di vista servirà ancora un po' di tempo, anche se rivedere le immagini della tripla di Jerrells e accorgersi che Spissu inizia a correre verso di lui prima che la palla sia entrata, dimostra che siamo a un buon punto...». Per mandare in campo Curtis Jerrells nel momento più delicato non serve un genio Lui è fatto per quelle situazioni, durante il timeout era decisissimo Il Banco è partito allagrande, ma possiamo ancora migliorare a livello di conoscenza reciproca Cinque vittorie su cinque danno grande fiducia BASKET » A TUTTO GAS Edoardo Casalone con Curtis Jerrells durante le fasi finali della gara di sabato a Trento. In alto, il coach biancoblù Gianmarco Pozzecco Gianmarco condivide tutto con noi del lo staff e ci lascia grandissimaau