I tifosi con Cantù «Cosa serve adesso? L'effetto Pianella» Basket. Parla Angelo Passeri, il presidente di Tic «Avere sempre almeno 3000-3500 persone e un calore che spinga una squadra di giovani» LUCA PINOTTI CANTÙ «Cantù ha bisogno di essere sostenuta sempre dal suo pubblico, specialmente nei momenti di difficoltà». È un caloroso invito quello che arriva da Angelo Passeri, presidente di Tic - Tutti Insieme Cantù e vicepresidente della Pallacanestro Cantù. Passeri, che ha sempre invocato una vicinanza del territorio al club, fa il punto su squadra, abbonamenti, presenze a Desio. Il tutto dopo un'importante assemblea di Tic - Sri la società dall'azionariato popolare che controlla direttamente e indirettamente il 100% della Pallacanestro Cantù - che ha approvato l'aumento di capitale che potrebbe portare a raccogliere fino a400 milaeuro airanno per i prossimi tre anni. Delusione Anche lui ha vissuto con un po' di delusione il dato finale della campagna abbonamenti: «Ci aspettavamo tutti qualcosa in più, nonio nascondiamo, soprattutto in relazione al nostro momento storico di rinascita». Ma, allo stesso tempo, il dirigente sa che non è nemmeno semplice chiedere soldi alle famiglie: «Mi riferisco a chi, magari, viene al palazzetto con moglie e figli e preferisce selezionare le partite. Anche la programmazione delle partite, in questo senso, non invoglia a impegnarsi per una stagione intera. Ecco perché ci aspettiamo che migliori il dato dei paganti: Cantù ha bisogno del suo pubblico». L'obiettivo? «Avere sempre almeno 3000-3500 spettatori a Desio e riempire in occasione delle partite più sentite: penso ai derby contro Milano e Varese, ma anche contro le rivali storiche Virtus, Fortitudo e Treviso». E non è una mera questione di cassa e di conti. Perché per Passeri è necessario ricreare l'effetto Pianella che spesso ha consentito a Cantù di superare scogli insormontabili: «Il punto è proprio questo: ci piacerebbe vedere il PalaBancoDesio sempre pieno e avere un pubblico che stia vicino alla squadra, perché ne ha davvero bisogno. È una squadra che, a differenza magari di altre, necessita di affetto e calore. Per tanti motivi». Il primo, innegabile, è l'età media molto bassa: «La squadra è composta da ragazzi che arri- vano dal college, dalla Lega2 oda campionati di secondo piano: dobbiamo lavorare tanto, perché bisogna colmare un po' dell'inesperienza che c'è. Inoltre, è una squadra che ha conosciuto il suo play titolare, Clark, praticamente alla prima di campionato». Non mancano, secondo Passeri, anche ottimi motivi per sostenere Cantù, sempre e comunque: «È una squadra piena di entusiasmo, di voglia di crescere e migliorare, a livello singolo e di gruppo. Questo ci viene confermato quotidianamente dal coach e dal suo staff». Salvezza Sarà quindi una squadra che dovrà - da squadra - costruirsi la salvezza puntando sul gruppo: «Non vedo, per ora, il classico giocatore che risolve le partite da solo. Non è affatto una pecca, anzi: ognuno sarà maggiormente responsabilizzato e darà il proprio contributo alla vittoria». Per arrivare dove? «Alla salvezza. Vogliamo fare 2 punti in più della penultima Non possiamo fallire gli scontri diretti e poi servirà qualche colpo a sorpresa. Tipo