SERIE A» SASSARI FRENA «Colpa mia, l'ho preparata male» Il coach della Dinamo, Pozzecco: «Nel finale però avremmo dovuto giocare di squadra, invece...» di Mario Carta » SASSARI Un buon padre conosce i suoi figli, un genitore responsabile sa che c'è il momento in cui lo scappellotto è sacrosanto e quello in cui bisogna assumersi le proprie responsabilità, anche se magari non è del tutto vero. Così ieri dopo la sconfitta coach Gianmarco Pozzecco ha prima fatto i complimenti a Trieste («Grande cuore, non ha mai mollato, Cavaliero ha messo due grandi canestri, vittoria meritata») e poi senza cospargersi il capo di cenere ma con grande serietà ha detto: «E' colpa mia», allontanando dai giocatori che considera come figli ogni responsabilità per l'inopinato passo falso. «E' colpa mia, ho sbagliato, dovevo essere più... dovevo fare altre cose. Chiedo scusa ai ragazzi, non li ho messi nelle condizioni di esprimersi al meglio», le prime parole del tecnico della Dinamo davanti a microfoni e taccuini in sala stampa. Nessuna critica dunque, nessun appunto sottolineato fra i tanti scarabocchiati sul foglio durante il match insieme ai vari punti di domanda perché come fai a contestare una scelta sbagliata o un atteggiamento stonato a uno che mette già così le mani avanti, oltretutto ri- volte verso l'alto? Ma quella del Poz non è stata una resa, solo uno stop per ripartire sin da mercoledì in Champions. «L'ho sbagliata io - ha proseguito - anche con le mie scelte durante la partita. Se si vince è merito dei giocatori ma quando si perde è colpa mia. Poi, perdere spiace sempre ma se devo scegliere con chi perdere, Trieste è una di quelle che pescherei dal mazzo. Ma mi dispiace sempre vedere perdere i miei ragazzi, proprio oggi che avremmo voluto festeggiare la nascita della figlia di Pierre...» «Noi - guarda avanti il coach dei sassaresi - siamo un cantiere aperto e la fiducia resta, e nel finale anche se non si dovrebbe ci sta che sotto nel punteggio abbiamo cercato di risolverla con le individualità invece che col gioco di squadra, ma anche se oggi non è mai scoccata la scintilla di positivo restano la voglia di vincere e la difesa, ed è dalì che ripartiremo». Il coach Dalmasson: «Con la Dinamo vittoria doppia)) «Vincere a Sassari contro la Dinamo è una vittoria doppia». Al suono della sirena Eugenio Dalmasson, il coach di Trieste, tira un sospiro di sollievo. Dopo tre sconfitte consecutive arrivano finalmente i due punti. «È un risultato che ci ripaga dei sacrifici e dell'impegno che ci stiamo mettendo». Una vittoria non scontata. «È stata una caccia del gatto al topo, a un certo punto sembrava che Sassari potesse chiudere la partita, noi siamo stati bravi a non mollare. Quando ti porti dietro l'avversario negli ultimi minuti può succedere di tutto». E infatti è successo. «Noi abbiamo fatto le cose migliori alla fine e Sassari a quel punto ha perso il filo della partita. Ha cercato di riprenderla in mano negli ultimi 3' ma noi non ci siamo fatti sorprendere». I timori della vigilia? «Sapevamo di affrontare una delle squadre più forti di questa prima parte della stagione e noi avevamo sulle spalle partite che ci hanno fatto male molto male, come quella con Varese. Per questo considero la vittoria di oggi una vittoria doppia». La svolta? «A meno di 20' dalla fine eravamo sotto di 8 e per me era il segnale che eravamo sulla strada giusta. Ho dovuto convincere i ragazzi che potevamo farcela». Dalmasson aveva ragione. ILPOZ ELASQUADRA Ho sbagliato anche le scelte durante la partita, quando si vince è merito dellasquadra ma quando si perde sono io il primo responsabile ILPOZ E IL FUTURO Di positivo ho visto ladifesaelavoglia di non mollare mai ed è da lì che ripartiremo sin da mercol