Pancotto a testa alta «Cantù, ce la faremo Ma serve lavorare» Basket. Il -30 di Venezia rischia di causare contraccolpi Il coach: «Brutta partita e la responsabilità anche è mia Per uscire dalla timidezza sarà necessario essere uniti» LUCA PINOTTI CANTÙ La scoppola, perché di scoppola si tratta, contro Venezia ha portato riflessioni. Ma nulla di stravolgente, perché Cantù e il suo coach Cesare Pancotto tirano dritto. Sperando -come ha ricordato il tecnico -che presto la sua squadra «si tolga quella pellicola che ancora l'avvolge, affrontando a muso duro la realtà». Che si andasse incontro a un'annata lacrime e sangue lo sapevano tutti. Pancotto, sul punto, preferisce porre - ancora una volta - l'accento: «Siamo questi, con i nostri limiti che tutti conosciamo. Già saperlo, esserne pienamente consapevoli, è un punto di partenza». Ripensaa Venezia, al -30 subito da Cantù al PalaTaliercio. E le riflessioni notturne non hanno cambiato poi di molto il giudizio espresso a caldo del tecnico marchigiano: «È stata una brutta partita, non possiamo girarci intorno. Poi guardiamo i numeri e, se non avessimo commesso quei due errori sul -6, magari saremmo restati di più in partita. Ma con quel secondo tempo così mal interpretato non saremmo andati lontano. Non cerchiamo scuse, sono il primo a prendermi le mie responsabilità, anche per dare un senso a quello che dico fin da quando abbiamo iniziato a lavorare insieme. Ossia che questa squadra sta impiegando ogni secondo di ogni giornata per provare a migliorarsi: di questo ne sono certo, anche se a Venezia purtroppo non si è visto». «Consapevoli di tutto» Garantisce Pancotto. E viene naturale fidarsi di uno come lui. Che non vede l'ora di venir fuori dalle difficoltà, indicando anche la possibile ricetta: «Sappiamo, ed è già importante, che siamo in competizione contro squadre di livello superiore al nostro. Siamo consapevoli di tutto. Per uscire dalla nostra timidezza, credo sia necessario essere uniti, aumentare la fiducia e accrescere l'entusiasmo intorno a noi. Questi tre punti si riassumono con una sola parola: lavorare. Solo il lavoro porta risultati e noi dobbiamo imparare a fare le cose semplici, che poi è l'unica cosa che in questo momento possiamo permetterci». Pancotto non è convinto, è straconvinto che Cantù ce la farà: «Abbiamo tutte le possibilità per emergere e ce la faremo. È ovvio che non facciano piacere queste sconfitte così pesanti: siamo arrabbiati, non frustrati. Dobbiamo, come dico sempre, slegarci dall'attualità e ragionare sul lungo periodo: siamo in un percorso a ostacoli. Per questo non posso essere spiazzato da questi problemi». «Le partite perse? Cicatrici» Problemi (diversi, senza dubbio) che, come confermano i risultati, stanno attraversando anche altre realtà con più mezzi a disposizione: «Mal comune mezzo gaudio è un detto che non mi piace. Però non posso non porre l'accento sulle due sconfitte interne di Milano, o il pesante ko di Trento». Ora Cantù ha due partite in casa contro Trento e Sassari che potrebbero aiutare a dare qualche certezza in più: «La partita successiva è sempre un'opportunità, per noi ancora di più, per toglierci quella pellicola che ci avvolge. Queste partite perse sono cicatrici, ma dobbiamo affrontare a muso duro la realtà: lo vogliamo fare per questa città». Non c'è tempo da perdere. Stamattina la squadra torna in campo a Vighizzolo per preparare la sfida contro la Dolomiti Energia Trento dell'ex Brienza. Una sfida già vitale per Cantù. L. Spo. Cesare Pancotto, allenatore dell'Acqua San Bernardo Cantù I «Abbiamo tutte le possibilità per emergere Siamo a