Fortitudo formato famiglia Il modello è vincente L'Aquila è partita fortissimo anche tra le grandi: merito dei giocatori e di una dirigenza che condivide le decisioni senza voler bruciare i tempi seria divisa. Oggi la differenza di vedute permane all'interno del popolo dell'Aquila, ma tutti hanno al centro il bene del club è il Da sinistra Rok Stipcevic, Kassius Robertson e Daniele Cinciarini (Ciamillo) di Massimo Sederi Con i suoi sei punti conquistati in quattro gare disputate, la Fortitudo fa parte di quel nutrito gruppo di squadre che stazionano a pari merito tra il secondo e il quinto posto in classifica. Siamo alle prime battute della stagione, ma alzi la mano chi avrebbe pensato che la Effe sarebbe stata davanti a Milano e a Venezia e che, anche senza centro titolare, avrebbe comunque portato a casa punti importanti in chiave salvezza. La società, giustamente, non ha nessuna intenzione di cedere ai facili entusiasmi e continua a tenere la barra dritta su quello che è il traguardo da raggiungere, va- le a dire garantirsi la permanenza in serie A il prima possibile, ma è proprio questo suo volare basso la vera forza di questa Effe. E' vero che in campo ci vanno i giocatori, e che lo staff tecnico durante la settimana prepara i cestisti alla partita della domenica, ma tutto questo non si realizzerebbe in modo così efficace se dietro non ci fosse una società che, nel tempo, ha imparato a costruire il miglior terreno in cui lavorare. Il riferimento al presidente Christian Pavani non è affatto casuale. Ha iniziato il suo percorso come braccio operativo in una società in serie B dove non c'era nulla e tutto era da organizzare, navigando all'interno di una tifo- UNA CLASSIFICA ESALTANTE La Effe è nel gruppo delle cinque squadre che seguono a 2 punti la Virtus capolista fatto che i sostenitori si siano dichiarati favorevoli ad autotassar-si per il derby di ritorno pur di rimanere al PalaDozza e di garantire comunque un incasso extra al club, dimostra quanto sia forte questo legame. Il secondo aspetto da non sottovalutare è che erano in tanti a pensare che il modello Fortitudo non fosse esportabile in serie A. Un clima di famiglia, poche persone al lavoro e l'idea di essere uno staff che condivide tutto pur mantenendo le singole responsabilità. Al momento questo sistema sta reggendo, a dimostrazione di come ogni realtà abbia una propria identità particolare. Ad esempio da altre parti le diverse iniziative per il sociale non avrebbero preso così piede, ma la Effe è nata come società che rappresentava le dimensioni più popolari e, anche al tempo di Seragnoli quando si spendevano fior di quattrini per i giocatori, i temi sociali erano all'ordine del giorno, vedi le iniziative contro il razzismo o a favore dei terremotati. In questo essere squadra ed essere anche famiglia hanno avuto un ruolo particolare anche tre giocatori che sono stati confermati dalla passata stagione. Il primo è Stefano Mancinelli che ha fatto della Fortitudo una sua seconda casa, Maarty Leunen che è un ottima interfaccia tra il mondo straniero e quello fo