«Piano partita non eseguito Grande rimpianto per la sconfitta» Parla Brandt: «Ci sono state cose fatte bene di cui tenere conto e altre un po' meno da analizzare e migliorare» Angus Brandt è dispiaciuto per la sconfitta rimediata contro Trento BASKET di Maurizio Innocenti Una partita che ti sfugge dalle mani proprio sul filo di lana non è facile da accettare. Pistoia contro Trento, nonostante tutto, nei secondi finali ha avuto la possibilità di prendersi il match, ma purtroppo la storia non ha avuto il lieto fino. «C'è grande rammarico - ammette Angus Brandt - perché era già successo contro Sassari. Non siamo riusciti ad eseguire al meglio il piano partita è stato questo il vero problema, però ci sono state cose fatte bene di cui tenere conto e altre un po' meno da analizzare e migliorare per arrivare pronti alla prossima partita». La sensazione è che il roster corto abbia avuto la sua incidenza sul risultato e non solo contro Trento. La squadra in più di un'occasione ha lottato per certi tratti anche alla pari con gli avversari però è sempre mancato quel qualcosa che serviva per arrivare a vincere. Pistoia ha pagato spesso in termini di energia e di lucidità. «Il roster non è uno dei problemi - spiega Brandt - perché alla fine in campo si va in cinque e avere meno tempo per riposare non influisce più di tanto. Il problema, per esempio contro Trento, non è stato quello di aver avuto meno rotazioni a disposizione, ma non aver eseguito il piano partita e questo è successo nei primi quarti e non nel finale dove invece abbiamo giocato meglio, per questo non reputo la lunghezza del roster un problema». Se lo dice uno come Brandt che ha giocato anche in altri campionati maturando una certa esperienza, c'è da credergli. Un'esperienza che si è arricchita arrivando in Italia dove il lungo australiano ha avuto modo di confrontarsi con giocatori di un certo livello. «E' vero, questo è un campionato dove ci sono tanti giocatori di talento e sono felice che Pistoia mi abbia dato la possibilità di giocare in serie A. Ci sono squadre come Bologna o Milano che hanno dei roster che parlano da soli, ma una squadra che mi ha impressionato è stata Brindisi per il modo che ha di giocare e di stare in campo. Diciamo che in questo campionato non si può sottovalutare nessuna squadra perché anche le big hanno perso da formazioni di fascia media per cui tutte le partite sono un'incognita e non c'è niente di deciso sulla carta. Per quanto mi riguarda è stimolante potermi confrontare con certi giocatori e vedere che approccio hanno con il mio stesso ruolo, come si muovono, come vivono la partita». Se è vero che non ci sono partite già decise sulla carta, allora la gara di sabato sera contro la Virtus Bologna è da considerarsi una sfida aperta. «Certamente - afferma Brandt -. Come ho detto Bologna ha un roster che parla da solo, noi veniam