FEDERBASKET: PETRUCCI «Omaggio alla città che ha fatto la storia» Costa a pagina 4 OMAGGIO ALLA STORIA Petrucci: «Grandi sfide nella città che ha dato tanto a questo sport» Il numero uno di Federbasket in campo: «Si affrontano squadre che fin qui si sono dimostrate di alto livello, ci sarà da divertirsi» di Angelo Costa «Sono contento che la coppa Italia si giochi a Pesaro: è un modo per onorare una piazza storica, che ha vissuto un'epopea straordinaria con Valter Scavolini». Gianni Petrucci, numero uno della Federbasket. rivendi- ca da sempre di essere un presidente bifronte: guarda avanti senza dimenticare il passato. «(Faccio tesoro dell'esperienza per cercare di migliorare questo sport», dice il dirigente che, oltre a guidare il basket in due epoche diverse, è stato pure capo del Coni ed ha frequentato a lungo il calcio. Presidente Petrucci, che Final Eight si aspetta? «Interessante. Si affronteranno squadre che fin qui si sono dimostrate di alto livello, in una citta che ha fatto la storia dei ca- SUL CAMPIONATO A 17 «E* stata una necessità» ma c'è la volontà di tornare presto a 16» nestri». Purtroppo Pesaro oggi significa ultimo posto in campionato... «Fa tristezza per il blasone straordinario di questo club, per una terra dove il basket è il primo sport. Però vedo una società che sta consolidandosi col lavoro del presidente Ario Co- sta e questo mi fa sperare, t' successo anche alle grandi del calcio, a parte l'Inter tutte hanno vissuto momenti difficili. Però...». Però? «Il campionato è ancora lungo e non recito certo il de profundis per la Vuelle». Già, il campionato, a 17 squadre: c'è una ricetta per rimetterlo in pari? «E' stata una necessità, che conoscevamo in anticipo. Ma c'è la volontà di tornare presto a sedici». Come? «Una volta eletto, il nuovo presidente di Lega dovrà confrontarsi con l'A2 per diminuire le società professionistiche». A proposito di professionismo: proprio Lei si era speso per una formula più 'leggera', almeno a livello fiscale. «E' un'ipotesi tuttora in piedi. C'è una proposta di legge del presidente del calcio Gravina all'esame del Parlamento, nella quale si chiedono clefiscalizza-zioni: vedremo che cammino farà. In ogni caso, la maggioranza dei nostri presidenti di A vuole restare nel professionismo, se la volontà è questa non posso far altro». Cosa intende quando accusa VIVAI «Stuelleremo come ridisegnare i campionati giovanili: seguiamo il calcio» la Lega basket di non avere 'un solido apparato organizzativo'? «Niente di più di quel che riguarda l'organizzazione. Non mi occupo di nomi per la presidenza, c'è una commissione di tre dirigenti che sta lavorando bene e a breve farà la scelta giusta. Né mi riferisco al dibattito interno: è fisiologico. Dico solo che deve funzionare meglio: la Lega calcio, non solo di A, o leghe ce-stistiche come quelle tedesca, spagnola e francese, hanno strutture adeguate ed efficienti». Mentre la federazione cerca talenti italiani sparsi per il mondo, i club chiedono più visti e non parlano di vivai: non la preoccupa? «Sono percorsi diversi. Per quanto ci riguarda, Trainotti (responsabile dello sviluppo delle squadre nazionali oltre che gm di Trento, ndr) è partito bene, stiamo parlando con Banchero (talento del college, ndr) e Divin-cenzo (guardia di Milwaukee, ndr), entrambi col nostro passaporto. Quanto ai visti, è un discorso legato alle coppe, come avveniva un tempo e come sta facendo oggi Milano con Craw-ford. Dei vivai discuteremo col nuovo presidente di Lega e con l'A2: stuelleremo come ridisegnare i campionati giovanili. Il mio sogno resta il modello del torneo Primavera nel calcio, organizzato dai club professionistici, ma a decidere dovranno essere le società, perché sono loro a investire'. Ci aspetta il preolimpico: i Giochi saranno ancora proibiti? «Sappiamo che sarà dura e non solo perché si gioca in Serbia: ci sono altre nazionali toste. Finché siamo in ballo, ci spero». Non ci qualifichiamo da sedici anni. «E' un dispiacere. Ma il mondo è cambiato: ci sono nazioni che sì sono evolute come organizzazione. La Grecia in pochi giorni ha dato la cittadinanza ad Ante-tokounmpo, oggi star della Nba: in Italia è più complicato muoversi così in fretta». Quale Nazionale al preolimpico? «Lo deciderà Sacchetti. Di sicuro, coi migliori disponibili, dalla Nba in giù. La prossima settimana, per l'Europeo, ha giustamente chiamato quelli liberi da altre esigenze». Già, l'Europeo: nel 2021 lo giocheremo in casa. «Sarà un anno speciale anche perché la Fip compie cent'anni: rimarremo nella storia come federazione che ha contribuito a fondare la Fiba. Avremo un girone a Milano, in un bell'impianto: dovremo far vedere che il Paese nel basket deve migliorare, ma ha pure la voglia di tornare ad alti livelli». Presidente, tutti dicono che il basket italiano è sano: perché non scoppia di salute? «Ci sono momenti di calo fisiologico e noi lo stiamo vivendo. Resto ottimista, come sempre: tesserati e società da noi aumentano, mentre altre discipline storiche soffrono. I problemi sono vari e di tipo diverso: penso agli impianti, ad esempio. Ma la voglia di trovare una soluzione non manca». AL PREOLIMPICO