di Massimo Selleri Il vincitore dell'anno scorso Sacchetti: «V nera favorita, ma la sorpresa è dietro l'angolo» Nel 2019 trionfò, ora il coach della Nazionale ci riprova con la sua Cremona: «Noi nella parte più difficile del tabellone» secca può sempre succedere qualcosa di imprevisto» piamo che siamo finiti dalla parte più difficile dato che ci tocca subito Milano e poi eventualmente la vincente tra la Virtus Bologna e Venezia. Sono le tre squadre che all'inizio dell'anno sulla calta erano le più titolate per conquistare lo scudetto, Poi ci sono state le sorprese di Brescia, Sassari e anche Brindisi. Ci proveremo: noi pensiamo sempre in piccolo anche se vorremmo faie le cose in grande e siamo umili ma con la faccia tosta. Vogliamo giocarcela fino in fondo come credo sia giusto che sia quando si parla di sport». Da et della nazionale e coach di Cremona come divide il suo tempo? «Il discorso della nazionale inizio a sentirlo quando ai riva il momento di fare le convocazioni. Quando non c'è questa urgenza, mi concentio solo sulla mia squadra. Logico che in queste settimane si inizia a parlare per stilare i 24 convocati che si restringono poi a 16 per ì primi impegni della squadra azzurra». E' soddisfatto del cammino fatto in campionato? «Ci mancherebbe altro che non fossi soddisfatto. Abbiamo sbagliato qualcosa all'inizio, peto, la società e stata biava a concederci di cambiare e con l'arrivo di Ethan Happ siamo usciti dalle difficoltà». Chi la squadra favorita? «Se guardiamo alla prima parte del campionato la Virtus ha dimostrato di avere un qualcosa in più rispetto agli avversari. I favoriti sono loro». Con la sua Cremona il coach della nazionale italiana Meo Sacchetti ha conquistato la scorsa edizione della Coppa Italia. Una vittoria che è andata contro tutti i pronostici della vigilia. «La spuntammo subito con Varese - racconta Sacchetti - e quel successo ci diede fiducia mentre le prime della classe come Milano e Venezia sono state eliminate. Si è, quindi, aperto uno spiraglio per noi e siamo stati bravi ad approfittarne». Questa è la manifestazione delle grandi sorprese? «Sì, l'anno scorso l'abbiamo vinta noi, l'anno prima è stata Torino a conquistarla e questo conferma come in una partita secca possa sempie succedere qualcosa di diverso dal pronostico anche pei che le grandi hanno un po' più di pressione rispetto alle altre e questo può fare la differenza soprattutto nei quarti». Sono le formazioni più compatte ad essere premiate? «Non lo so. Sicuramente sono favorite le squadre che sanno approfittare del momento e stanno lì con la testa anche dopo una vittoria imoortante. Non me la sento di guardale in casa degli altri e di dire se sono più o meno compatti, io so che la mia stava molto bene insieme e questo, unito al fatto che alcuni giocatori hanno giocato al loro livello massimo, ci ha portato ad alzare la coppa». Le piace questa formula? «Molto. Si disputa il girone d'andata e poi le prime otto si ritrovano per contendersi questo tiofeo, un premio a chi ha lavorato meglio nella prima parte dell'anno. Dopo lo scudetto questa è la coppa più importante che c'è nel panorama italiano e tutte quelle che partecipano ci tengono a fare bene e a non essere delle semplici comparse. Altre formule non avrebbero lo stesso significato: se si giocassero le qualificazioni nel precampionato molte squadre non sarebbero pronte». Da detentori della Coppa come vi presentate a Pesaro? «Con lo spirito che abbiamo sempre avuto,