Virtus: voglia di riscatto dopo l'Intercontinentale La V nera con i favori del pronostico ma è nella parte peggiore del tabellone eh Massimo Selleri La voglia di riscatto è lo spirito con cui la Virtus affronta questa final eight. I bianconeri sono stati sconfitti da Tenerife nella finale di Coppa Intercontinentale e cosi è sfumato il primo obiettivo della stagione. A fronte dei tanti investimenti fatti, la società si aspetta che le cose vadano diversamente a Pesaro, tenendo presente che pur essendosi laureata campione d'inverno la V nera è capitata nella parte più complessa del tabellone incontrando subito Venezia, la squadra che ha cucito sul petto lo scudetto, e poi la vincente tra Cremona e Milano, con i primi che hanno conquistato la passata edizione della Coppa Italia, mentre i secondi sono l'unica squadra italiana che disputa l'Eurolega e che si sta lentamen- te sistemando dopo un inizio non positivo. Anche se i bolognesi si presentano a questo appuntamento dopo una serie di prestazioni non brillanti, restano comunque la formazione che fino a qui ha avuto il rendimento migliore in campionato. Attualmente occupano il primo posto in classifica con sei punti di vantaggio sulla diretta ìnse-guitrice Sassari, ma devono ancora recuperare la trasferta di Varese. Non e solo una questione di livello che si abbassa quando si passa dall'Europa all'Italia, ma è anche problema di come la squadra è stata costruita e della fisicità e dell'esperienza che riesce a mettere in campo quando incontra gli avversari nelle diverse competizioni. La crescita è un processo che avviene per tappe intermedie e questo concetto è ancora più vero quando ad assemblarsi è un gruppo completamente nuovo dove i vari giocatori provengono da realtà differenti. Costruita principalmente sul fuoriclasse serbo Milos Teodosio che a sua volta ha voluto al suo fianco il play connazionale Stefan Markociv, la V nera proprio su questo aspetto ha vissuto le sue principali difficolta, dato che a volte si ha l'impressione che abbia sviluppato una sorta di dipendenza da questi due elementi e che senza di loro il resto della truppa non sappia che pesci pigliare e, in effetti, Djord-jevic ha anche cercato di sfidare la squadra tenendo in panchina Teodosic, ina i risultati non sono arrivati. In ogni caso, almeno nella serie A italiana, uno dei punti di forza è la batteria dei lunghi dove la solidità di Julian Gamble e di Vince Hunter si sposa con la duttilità di Gianpaolo Ricci e del capitano Filippo Baldi Rossi. Milos Teodosic, il fuoriclasse s