L'INTERVISTA De Poi lancia il Banco «Il mio amico Pozzecco può vincere il trofeo» di Roberto Muretto a prima cosa che gli viene in mente quando si parla di Pozzecco è un episodio capitato quattro anni fa. «Eravamo al telefono, mi dice che deve chiudere perchè sta salendo su un aereo e che mi richiama. Sto ancora aspettando». Sandro De Poi (ex capitano di Varese, ora commentatore tv) ride, conosce Gianmarco da quando aveva sei anni. Entrambi sono triestini. «Ogni volta che ci vediamo è come se non ci fossimo mai lasciati, il rapporto di amicizia che abbiamo è meraviglioso». De Poi, lei sarà a Pesaro come commentatore tv, ci fa l'identikit di Pozzecco coach? «Quando ha deciso di seguire questa strada sapevo che avrebbe lavorato bene. Il salto da giocatore ad allenatore è notevole, difficile. Lui si è calato subito nella parte. E' maturato, sa che cosa vuole. Apprezzo la sua capacità di dare fiducia ai giocatori, ha il merito di tirare fuori il massimo da ognuno loro. La Dinamo ha la sua impronta». Domani l'esordio di Sassari con Brindisi: quella pugliese è la squadra che esprime il miglior basket in Italia? «Vero. È una formazione mol- to fisica, con grandi doti atletiche, piacevole da vedere. Una partita difficile che si giocherà punto a punto. Vincerà chi avrà maggiore solidità psicologica e commetterà meno errori». La Dinamo sogna un'altra vittoria. Può riuscirci? «Certo. Ma tutte le otto candidate, con percentuali diverse, hanno delle chance. Sassari arriva da due sconfitte rocambolesche, per il resto ha fatto un percorso brillante. Ha le potenzialità per centrare l'impresa». Qual è la favorita? «Gli ultimi anni dimostrano che non si può fare un pronostico. La Virtus Bologna è prima e si può pensare che ha dei vantaggi. Poi c'è Milano che non sai mai come reagisce sul campo. Sassari e Brindisi non vorrei mai incontrarle. Venezia si è qualificata come ottava ma è un mina vagante. Brescia ha una continuità di rendimento invidiabile. La meno titolata è la Fortitudo Bologna ma quanto conta ha dei giocatori che sanno esprimere una grande pallacanestro». Sassari è una realtà consolidata del basket italiano? «Non c'è dubbio. È una società strutturata con dirigenti che sanno fare le cose bene. Nel basket è una cosa rara. Per me il presidente Sardara è un genio, ha idee e il coraggio di provare delle cose. È circondato da uno staff manageriale di primissimo livello. Il giemme Pasquini conosce bene i giocatori, sa dove andare a prenderli. La società funziona in modo perfetto. Questo ha permesso di dare continuità ai risultati». La Dinamo come esempio? «Lo è sicuramente. Ci vorrebbero più Stefano Sardara nel basket. Ha idee che vanno sposate e incentivate per il bene del movimento». Quando viene a Sassari per commentare le partite che sensazioni prova? «Un ambiente stupendo e una tifoseria splendida, che sa applaudire gli avversari per una bella giocata. Le va di mandare un messaggio al suo amico Poz? «Ti voglio bene e ogni tanto chiamami». «Il presidente Sardara secondo me è un genio Propone idee che vanno assolutamente sposate Il nostro movimento ha bisogno di dirigenti come l