Quando il gioco si fa duro Milano si squaglia L'Olimpia fuori dalla Coppa Italia ha fallito il primo obiettivo stagionale. Messina: «Prendiamo atto dei nostri difetti, lavoriamoci in palestra» Messina: «Abbiamo sbagliato qualche tiro aperto e quello è diventato il leit motive della partita ovvero costruire tanti tiri aperti e non realizzarli' di Sandro Pugliese MILANO «Prendiamo atto dei nostri difetti, andiamo in palestra e proviamo a migliorare». Non può che provare a voltare subito pagina l'Armani Exchange dopo la delusione della Coppa Italia. Non c'è dubbio che, a maggior ragione dopo la precoce eliminazione di Virtus Bologna e Sassari, la strada dell'Olimpia sembrava spianata e invece ancora una volta ecco che con l'arrivo di gare importanti cominciano ad aleggiare i fantasmi del fallimento che poi si trasformano in mostri imbattibili. Così arriva il 4/27 dall'arco che ha distrutto il match con Venezia, come l'inopinato stop casalingo in Eurole-ga contro l'Alba Berlino di un paio di settimane fa. È quasi sempre la stessa storia, nonostante l'ennesimo allenatore diverso e un gruppo di giocatori diversi. Se non è una maledizione poco ci manca. Solo un paio le attenuanti: dover giocare sempre con l'obbligo di vincere non è semplice, soprattutto QUASI UNA MALEDIZIONE Ennesimo allenatore diverso, giocatori cambiati eppure stessi fantasmi nelle gare importanti se non sei un campione, inoltre nella gara secca può succedere di tutto, lo ha dimostrato anche la Virtus, che ha letteralmente dominato sinora il campionato con 17 vittorie su 19 e poi si è sciolta come neve al sole alla prima gara senza ritorno. Coach Messina ritorna sulla partita: «Non ho mai pensato che la gara potessimo chiuderla nel primo periodo, ma è vero che se l'avessimo chiuso meglio avremmo avuto margini di errore più ampi». La poca precisione al tiro è stata letale, perchè difensivamente parlando la squadra ha retto bene l'impatto con gli orogranata: «Abbiamo sbagliato qualche tiro aperto e quello è diventato il leit motiv della partita, ovvero costruire tanti tiri aperti e non realizzarli. Per vincere a questo livello biso- gna tirare con percentuali migliori almenoquandosiamo liberi, bisogna mettere i tiri liberi e avere la pazienza di giocare meglio un possesso in più». È chiaro, però, che l'Olimpia ha fallito il primo obiettivo stagionale, perchè se è vero che la Final Eight può essere vinta da tutti (in Turchia l'Efes è uscito al primo turno, in Germania è successo al Bayern), è altrettanto vero che questa Olimpia avesse tante possibilità di vincere e invece si è arresa di fronte alle solite difficoltà. Ora voltare pagina è d'obbligo, ma ci vorrebbe anche che qualche qualità morale venisse fuori un po' di più, perchè è vero che il 4/27 da 3 ha rovinato tutto, ma quei tiri sono stati fatti, molti erano buoni tiri eppure sono stati sbagliati e non è stata la sfortuna a farli uscire. Giovedì ritorna di scena l'Eurole-ga, Milano attende al Forum il Khimki Mosca, gara di nuovo decisi