BasketCity è stanca, ma può ancora volare Una forma precaria ha determinato i ko di Virtus e Fortitudo nella final eight, nonostante la passione dei tanti tifosi al seguito sic, uno dei giocatori che avrebbe avuto bisogno di fermarsi, è impegnato con la nazionale serba. Dal punto di vista tecnico coach Djordjevic ha una sola priorità, quella di rendere la squadra un po' più autonoma rispetto alla coppia formata da Teodosio e Stefan Markovic, cosa più facile a dirsi che a farsi, visto il ruolo che a loro è stato assegnato fin dall'inizio della stagione. La speranza è che De-vyn Marble possa diventare un protagonista una volta conclusa la fase di ambientamento e che Kyle Weems torni ad essere il giocatore di inizio stagione. La terza questione da affrontare riguarda l'obiettività, perché il rischio è di essere troppo severi con una squadra che comunque sta comandando la classifica del campionato italiano con tre vittorie di vantaggio sulla seconda. Anche per la Fortitudo la questione è legata alla condizione fisica e anche in questo caso c'è il rischio di essere troppo critici con una squadra che, costruita per salvarsi, sta lottando per conquistare un posto nei playoff e ha passato il primo turno di Coppa Italia. Il problema è che quando la squadra capisce che non c'è possibilità di vincere la gara, molla gli ormeggi e va alla deriva. La figuraccia è inevitabile e questo piace il giusto alla società. Indubbiamente la stanchezza ci ha messo lo zampino in semifinale ma il -33 (60-27) non può essere solo imputato alla mancanza di energie. In questi mesi la squadra non è cresciuta e il gioco un po' troppo ripetitivo inizia ad essere letto con una certa facilità dagli avversari. Il bicchiere è pieno a metà, ma dipende sempre da come lo si guarda. Il pubblico, che alla fine è il giudice supremo, ha scelto di vederlo mezzo pieno. Milos Teodosio nella gara persa contro Venezia a Pesaro (Ciamillo) di Massimo Selleri Vince la passione di BasketCity, ma le due squadre escono bocciate dalla final eight di Coppa Italia. Questa è la sintesi di quanto è accaduto a Pesaro, con i tifosi di Virtus e di Fortitudo che hanno risposto presente sia nel quarto di finale disputato dalla V nera sia nelle due partite giocate dalla Effe. Le formazioni, però, sono sembrate refrattarie a questo di sostegno e il motivo ha un comune denominatore, vale a dire lo stato di forma. I bianconeri si sono presentati a questa competizione con la testa e il fisico appesantiti dalla settimana precedente quando, dopo aver perso con il Partizan di Belgrado, sono poi volati a Te- nerife per la Coppa Intercontinentale con i bolognesi che si sono visti sfilare dalle mani il trofeo dai padroni di casa spagnoli. Questo stop ha fatto saltare il primo obiettivo della stagione, mentre il primo ha complicato di parecchio il cammino in Euro-Cup. Bisogna anche dire che la fortuna non sta neppure premiando la Virtus: il calendario della top16 non è stato dei più facili pur essendo arrivati primi nel girone, e anche a Pesaro l'abbinamento con Venezia non è stato semplice, sebbene la Reyer si fosse qualificata all'ottavo posto nel girone d'andata, con i lagunari che hanno poi vinto il trofeo. A tutti è apparso chiaro c